Keith John Moon nasce il 23 agosto 1946 a Londra, Regno Unito. Fin da bambino si appassiona alla musica e all’età di dodici anni si unisce al suo primo gruppo come trombettista, ma scarta l’idea della tromba perché gli sembrava troppo difficile. Decise quindi di concentrarsi sulla batteria. A quattordici anni abbandona la scuola e si iscrive all’Harrow Technical College che lo porta a trovare lavoro come riparatore di radio permettendogli di comprare il suo primo kit. Moon prese lezioni da Carlo Little e si ispirava a grandi jazzisti come Buddy Rich e Gene Krupa. Durante questo periodo si unisce agli Escorts, in sostituzione dell’amico Gerry Evans e nel 1962 si unisce ai Beachcombers; durante i concerti, il già eccentrico Keith, aggiunge spettacolarità e sregolatezza, caratteristiche che gli rimarranno nel tempo. Nel 1964 fa un provino per rimpiazzare Doug Sandom, batterista dei The Who; passata l’audizione impugna le bacchette al fianco di Pete Townshend, Roger Daltrey e John Entwistle. Assieme ai The Who pubblica otto album raggiungendo la fama mondiale già solo con le prime pubblicazioni del 1975; successivamente vengono inseriti nella lista dei 100 migliori artisti secondo la rivista Rolling Stone e sono stati introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame. Moon muore il 7 settembre 1978 per l’eccessiva quantità di pastiglie di clometiazolo ingerite: lo stavano aiutando contro la tossicodipendenza che negli anni lo ha consumato.
La Trappola del “non”. Il malinteso più tipico sul funzionamento dell’attenzione è quello di formulare obiettivi al negativo. Quanti musicisti, suonando, cercano di non sbagliare, di non distrarsi o di non deludere il proprio pubblico? Se ti capita di pensare: non devo distrarmi, correggiti e pensa piuttosto: mantengo la concentrazione. Non voglio irrigidirmi in quel passaggio può essere trasformato in qualcosa come: suono il passaggio in modo rilassato, fluido e coordinato